FAME NERVOSA
La fame nervosa si manifesta come un impulso pressoché irresistibile di consumare cibo, a qualsiasi ora del giorno, legato a varie emozioni: noia, nervosismo, ansia, stress, preoccupazione o semplicemente il desiderio di concedersi un piccolo piacere.
Quando siamo preda di questo genere di fame, ci ritroviamo quasi impotenti, con difficoltà nel comprendere l'entità di ciò che stiamo consumando. Potremmo essere convinti di avere effettivamente fame, quando in realtà non è così.
Contrastare la fame nervosa soltanto con la forza di volontà può aggravare la situazione, incrementando la frequenza di questi attacchi e spingendoci a mangiare ancor più.
Questo comportamento mina ogni tentativo di perdita di peso, appesantisce il nostro sistema digestivo e può esacerbare disturbi come la stitichezza e l'infiammazione sistemica.
Nonostante la fame nervosa non sia classificata come una patologia, essa rappresenta una reazione del nostro corpo al nostro stile di vita.
Diamo inizio a un percorso di scoperta del nostro organismo, per comprendere cosa scatena la fame nervosa e come questa può diventare un problema cronico.
FAME e SAZIETA'
conoscere i meccanismi coinvolti per iniziare a gestirli
Iniziamo questo affascinante viaggio svelando i misteri dei meccanismi della fame e della sazietà.
Gli autori principali di questa storia sono tre ormoni: Grelina, Colecistochinina e Leptina.
La nostra decisione di mangiare o meno dipende in gran parte da questi piccoli messaggeri chimici.
Grelina: L'Architetto della Fame
La Grelina, spesso definita l'ormone della fame, gioca un ruolo cruciale nel controllo del nostro appetito. Questa sostanza chimica viene prodotta principalmente nello stomaco e ha la peculiare funzione di stimolare la sensazione di fame nel nostro corpo.
Il suo funzionamento è strettamente legato a un altro ormone, la Leptina, che svolge un ruolo opposto: segnala al cervello quando abbiamo mangiato abbastanza e ci sentiamo sazi. Questi due ormoni lavorano in tandem per aiutare a regolare l'appetito e il peso corporeo.
La Grelina entra in azione quando i livelli di Leptina nel corpo sono bassi. Quando non abbiamo mangiato per un po', o quando abbiamo bisogno di energia, la quantità di Grelina nel nostro sistema aumenta.
Allo stesso tempo, la Leptina, il segnale di sazietà, diminuisce. Questo equilibrio tra Grelina e Leptina aiuta a regolare i nostri cicli di fame e sazietà.
Colecistochinina: Il Guardiano della Sazieta'
La Colecistochinina, un ormone rilasciato dalle cellule del duodeno (l'organo che fa da ponte tra lo stomaco e l'intestino), interviene a mettere un freno alla nostra ingestione di cibo.
Grazie a questa molecola, riusciamo a posare la forchetta prima di raggiungere il punto di sazietà.
È ormai dimostrato scientificamente che sono i cibi ricchi di grassi e proteine, e non i carboidrati, a stimolare la produzione di questo ormone.
Leptina: Il Segnale di Sazieta'
La Leptina, un ormone essenziale per la regolazione dell'equilibrio energetico del corpo, è il segnale finale di sazietà nel ciclo dell'appetito.
Prodotto principalmente dalle cellule adipose, o cellule di grasso, durante il processo di lipolisi - la rottura del grasso per produrre energia - la Leptina ha un ruolo cruciale nel mantenimento dell'equilibrio energetico.
Quando la quantità di grasso nel corpo aumenta, la produzione di Leptina si amplifica, informando il cervello che abbiamo sufficienti riserve energetiche e non c'è bisogno di mangiare ulteriormente.
Questo segnale riduce la sensazione di fame e aumenta la sensazione di sazietà. Al contrario, quando i livelli di Leptina sono bassi, il cervello interpreta questo segnale come un bisogno di mangiare per ripristinare le riserve energetiche.
Risulta interessante notare come la Leptina agisca in sinergia con la Grelina, l'ormone della fame. Quando i livelli di Leptina nel sangue sono alti, l'attività della Grelina viene inibita, riducendo così la sensazione di fame.
Tuttavia, va sottolineato che la Leptina non agisce isolatamente. Il suo ruolo è complicato da vari fattori, tra cui resistenza alla Leptina, una condizione in cui il cervello non risponde efficacemente ai segnali di sazietà della Leptina.
Sebbene la resistenza alla Leptina possa avere un impatto significativo sul controllo dell'appetito e sulla regolazione del peso, in questo contesto ci concentreremo su come la Leptina funzioni in condizioni fisiologiche normali, piuttosto che in contesti patologici
Per sintetizzare, possiamo dire che:
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Con la Grelina, avvertiamo il senso di fame.
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Grazie alla Colecistochinina, riceviamo il segnale che abbiamo mangiato abbastanza.
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E infine, la Leptina ci assicura che siamo sazi, attenuando il bisogno di mangiare ulteriormente.
COME L'ALIMENTAZIONE INFLUENZA L' EQUILIBRIO ORMONALE DELL'APPETITO
Il delicato equilibrio tra gli ormoni dell'appetito - la Grelina, la Colecistochinina e la Leptina - è notevolmente influenzato dal tipo di alimenti che consumiamo.
Il Ruolo Cruciale dei Grassi e delle Proteine
La Colecistochinina, l'ormone che modula la sazietà durante o dopo un pasto, risponde prevalentemente all'ingestione di proteine e grassi.
Per comprendere meglio, immaginiamo due piatti: uno ricco di carboidrati, come un piatto di pasta, e uno ad alto contenuto di proteine e grassi, come una bistecca.
Se confrontiamo questi due piatti, scopriremmo che tendiamo a consumare più cibo quando mangiamo il piatto di pasta rispetto alla bistecca. Questo accade perché i carboidrati stimolano la produzione di Colecistochinina in misura minore rispetto ai grassi e alle proteine.
Quindi, raggiungiamo la sazietà con il piatto di pasta solo quando lo stomaco è pieno e invia al cervello un segnale che non c'è più spazio per ulteriori alimenti.
Carboidrati, Zuccheri e il Duo Grelina-Leptina
L'assunzione di carboidrati, amidi o zuccheri può anche alterare l'equilibrio tra Grelina (l'ormone della fame) e Leptina (l'ormone della sazietà).
Quando consumiamo un pasto ricco di questi alimenti, sperimentiamo un "picco glicemico", in cui il livello di zucchero nel nostro sangue aumenta rapidamente. In risposta, l'ormone insulina interviene per abbassare il livello di zucchero nel sangue, bloccando contemporaneamente l'uso dei grassi come fonte di energia metabolica cellulare.
Questo processo interrompe la richiesta del corpo di "benzina" (grasso) dagli adipociti, rallentando drasticamente la produzione di Leptina.
Se pensiamo a una giornata alimentare tipica che include colazione, spuntino, pranzo, secondo spuntino e cena, e immaginiamo che ad ogni pasto o spuntino siano presenti carboidrati o zuccheri (anche solo due cracker), possiamo facilmente intuire che sperimentiamo picchi glicemici frequenti.
Questa situazione porta a una diminuzione dei livelli di Leptina e un aumento dei livelli di Grelina, con la conseguenza che avremmo spesso desiderio di mangiare.
Perciò, una scelta attenta degli alimenti può contribuire a mantenere un equilibrio ottimale tra questi ormoni e, di conseguenza, una gestione più efficace dell'appetito.
FAME NERVOSA E CARBOIDRATI: un Legame Complesso
Abbiamo precedentemente discusso come l'assunzione di carboidrati, amidi o zuccheri ad ogni pasto può compromettere la durata del senso di sazietà.
Tuttavia, ciò non rappresenta l'unico motivo che spinge a mangiare fuori pasto. Per evitare di cadere vittima della cosiddetta "fame nervosa", è fondamentale comprendere le dinamiche ormonali e neurotrasmettitoriali scaturite dall'esperienza di un "picco glicemico".
Aspetto ormonale
Quando sperimentiamo un picco glicemico, l'ormone insulina interviene per regolare il livello di zucchero nel sangue, facendo un lavoro eccellente.
Tuttavia, l'efficienza di questo ormone può causare un problema: da una condizione di eccesso di zucchero nel sangue, si passa a una situazione in cui il glucosio è scarso (ipoglicemia). A questo punto, interviene l'ormone cortisolo per ristabilire l'equilibrio, disgregando proteine dei muscoli tonici e del collagene per reintegrare la quantità di zucchero necessaria.
Questo ciclo si ripete più volte al giorno, finché il nostro cervello non "protesta", preferendo che mangiamo qualcosa invece di disgregare ulteriormente muscoli e collagene.
Aspetto neurotrasmettitivo
Il nostro cervello è composto da numerose cellule del sistema nervoso: i neuroni. Questi comunicano tra loro e con il resto del corpo attraverso sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori, che agiscono come dei "corrieri" veicolando vari messaggi.
I neurotrasmettitori non solo regolano funzioni vitali come il battito cardiaco, la respirazione e la digestione, ma gestiscono anche il sonno, l'umore, la concentrazione e altro.
Nell'ambito della fame nervosa, tre neurotrasmettitori risultano particolarmente rilevanti:
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La Serotonina
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La Dopamina
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La Noradrenalina
Il loro ruolo e le loro interazioni all'interno di questa dinamica costituiscono un ulteriore pezzo del puzzle per comprendere a pieno l'esperienza della fame nervosa.
SEROTONINA
La serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale, viene prodotta a partire da un aminoacido essenziale, il triptofano. Le sue funzioni sono variegate e include la regolazione dell'umore, del piacere, del benessere, e promuove il rilassamento. La serotonina è strettamente correlata all'alimentazione: quando consumiamo cibi ricchi di carboidrati, amidi o zuccheri, stimoliamo l'ormone insulina, che a sua volta aumenta la quantità di triptofano fornito ai neuroni, stimolando così la produzione di serotonina. Di conseguenza, quando mangiamo zuccheri, tendiamo a sentirsi bene. Tuttavia, questa produzione forzata può generare una serotonina "artificiale", che inonda il cervello.
DOPAMINA
La dopamina è un altro neurotrasmettitore essenziale, responsabile della creazione di sensazioni di soddisfazione, appagamento, gratificazione e motivazione. Stimola inoltre l'attenzione, l'apprendimento e la memoria. Anche in questo caso, l'alimentazione può influenzare la produzione di dopamina. Quando sperimentiamo un picco glicemico, ossia quando abbiamo consumato cibi ricchi di carboidrati, amidi o zuccheri, viene prodotta una grande quantità di dopamina, un fenomeno che potrebbe essere descritto come un'iperproduzione artificiale.
NORADRENALINA
La noradrenalina è un neurotrasmettitore che induce il nostro cervello a entrare in uno stato di attenzione, potenziando la sua attività e facilitando la secrezione di adrenalina, un ormone che migliora la reattività del corpo preparandolo alla cosiddetta reazione "lotta o fuga". La produzione di noradrenalina aumenta significativamente con l'attivazione del cortisolo, che può essere stimolato sia da funzioni fisiologiche che dal nostro stile di vita e dalle scelte alimentari.
Potremmo sintetizzare e semplificare l'interazione dei neurotrasmettitori con il nostro stile di vita e le nostre abitudini alimentari nel modo seguente:
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Consumiamo CARBOIDRATI, AMIDI o ZUCCHERI.
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La sintesi di Serotonina aumenta.
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In seguito al Picco Glicemico, la Dopamina aumenta.
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L'Insulina elimina l'eccesso di zucchero nel sangue, creando una condizione di ipoglicemia.
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Entra in gioco il Cortisolo.
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I livelli di Dopamina e Serotonina calano rapidamente e drasticamente.
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La quantità di Noradrenalina aumenta.
Il nostro cervello desidera a ritornare in uno stato di tranquillità, benessere e soddisfazione, che implica il rialzo dei livelli di Serotonina e Dopamina, dopo che questi sono drammaticamente diminuiti.
A questo scopo, vengono inviati segnali che ci spingono a mangiare di nuovo, preferibilmente cibi ricchi di carboidrati o zuccheri, per facilitare l'incremento di questi neurotrasmettitori ai loro livelli normali.
Fattori come stress, nervosismo e ansia possono aggravare ulteriormente questo processo, rendendo gli attacchi di fame più intensi e frequenti.
Perchè è importante ritrovare un equilibrio alimentare
Nel mezzo delle pressioni quotidiane, mangiare ad ogni pasto alimenti ricchi di carboidrati, amidi o zuccheri può portare a:
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Sentirsi perpetuamente insoddisfatti
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Consumare cibo oltre la sazietà
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Mangiare regolarmente per calmarsi piuttosto che per la fame
Questo meccanismo, noto come "fame nervosa", può evolversi in un comportamento incontrollabile nel tempo, con il tentativo di affrontarlo solo attraverso la forza di volontà che potrebbe peggiorare la situazione.
Coloro che lottano con la fame nervosa spesso perdono traccia di ciò che hanno mangiato nel corso della giornata, rendendo inevitabili conseguenze future quali sovrappeso, disturbi digestivi, infiammazioni, mal di testa e stitichezza.
RECUPERO DELL'EQUILIBRIO:
Combattere la Fame Nervosa con il MetodoBioMondo
Esplorando le profondità del nostro corpo, siamo giunti a capire come un costante stato di tensione nervosa e reazioni ansiose possano essere amplificati da un'assunzione frequente e significativa di cibi ricchi di carboidrati, amidi o zuccheri.
Queste scelte dietetiche possono creare disarmonie sia a livello ormonale che neurotrasmettitore, rendendoci più suscettibili agli effetti stressanti del nostro stile di vita.
Per ridurre questi effetti, è cruciale ristabilire un equilibrio nella dieta, evitando l'abuso di alimenti ad alto contenuto glucidico che stimolano una risposta insulinica eccessiva e riequilibrare i livelli di neurotrasmettitori.
Attraverso l'approccio guidato del MetodoBioMondo, possiamo implementare un insieme di azioni correttive che lavorano in sinergia per raggiungere quest'obiettivo.
Adottando il MetodoBioMondo, avrai l'opportunità di:
Riequilibrare la tua alimentazione quotidiana: Riducendo l'apporto prevalente di carboidrati, amidi e zuccheri, potrai limitare le fluttuazioni dei neurotrasmettitori, attenuando gli alti e bassi emotivi.
Migliorare la gestione dello stress: In un mondo sempre più frenetico, l'integrazione di erbe adattogene, suggerite dal MetodoBioMondo, può aiutarti a gestire meglio gli effetti dello stress e ristabilire l'equilibrio neurotrasmettitore.
Incrementare l'assunzione di Vitamina C: Questa vitamina, a lento rilascio, è fondamentale per sostenere una pulizia neuronale efficace e promuovere un equilibrio ottimale dei neurotrasmettitori.
Rinnovare la struttura cerebrale: Assumendo quantità adeguate di Omega-3 distillati molecolarmente, supporterai il rinnovamento della struttura cerebrale e la migliorerai la connessione elettrica tra i neuroni.
Questo viaggio dentro il corpo ci ha rivelato che il nervosismo e l'ansia non sono semplicemente aspetti del nostro carattere, ma spesso sono il risultato di un circolo vizioso interno.
Riacquistare il controllo delle tue emozioni è possibile e ti consente di affrontare la vita quotidiana con una nuova tranquillità.
L'implementazione di queste modifiche, strategicamente guidate dal MetodoBioMondo, può facilitare notevolmente il tuo percorso verso il benessere emotivo.